{"id":10510,"date":"2020-06-11T15:19:13","date_gmt":"2020-06-11T13:19:13","guid":{"rendered":"https:\/\/www.montessoribs.it\/?p=10510"},"modified":"2020-06-11T15:23:35","modified_gmt":"2020-06-11T13:23:35","slug":"mal-di-scuola","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.montessoribs.it\/mal-di-scuola\/","title":{"rendered":"MAL DI SCUOLA"},"content":{"rendered":"

Molto comuni sono i fallimenti scolastici: \u201cMa \u00e8 il bambino che fallisce o \u00e8 la scuola?\u201d \u2013 bisognerebbe chiedersi insieme a Hillman \u2013 \u201cForse dovremmo leggere in altro modo i dati dei disturbi dell\u2019apprendimento e i casi di difficolt\u00e0 scolastiche.<\/p>\n

Piuttosto che \u2018Non riusciva a scuola\u2019 dovremmo leggere \u2018Si \u00e8 salvato dalla scuola\u2019. In molti casi infatti l\u2019intuizione del daimon non pu\u00f2 assoggettarsi alla normalit\u00e0 dell\u2019istruzione\u201d.<\/p>\n

Basti pensare alla biografia di tanti celebri personaggi riportati dallo psicanalista americano: Thomas Edison era uno degli ultimi della classe, Giacomo Puccini era sempre bocciato agli esami, Paul Cezanne non fu ammesso alla Ecole de Beaux Arts di Parigi, Albert Einstein veniva definito \u201cun po\u2019 ottuso\u201d dai suoi insegnanti alle scuole elementari, dove si annoiava al punto da affermare \u201cPreferivo sopportare qualunque castigo piuttosto che imparare baggianate a memoria<\/em>\u201d; Thomas Mann definiva la scuola \u201cstagnante e eludente<\/em>\u201d e il grande poeta indiano Tagore, non riuscendo a sopportarla, la interruppe a tredici anni: \u201cSono stato abbastanza fortunato da districarmene prima che l\u2019insensibilit\u00e0 diventasse cronica<\/em>\u201d ebbe poi a scrivere. Lo scrittore francese contemporaneo Daniel Pennac, in uno dei suoi ultimi libri, racconta cos\u00ec il suo travagliato esordio scolastico: \u201cAndavo male a scuola. \u2026I miei voti sul diario dicevano la riprovazione dei miei maestri. Quando non ero l\u2019ultimo della classe, ero il penultimo. Refrattario dapprima all\u2019aritmetica, poi alla matematica, profondamente disortografico, poco incline alla memorizzazione delle date e alla localizzazione dei luoghi geografici, inadatto all\u2019apprendimento delle lingue straniere, ritenuto pigro (lezioni non studiate, compiti non fatti), portavo a casa risultati pessimi che non erano riscattati n\u00e9 dalla musica, n\u00e9 dallo sport n\u00e9 peraltro da alcuna attivit\u00e0 parascolastica<\/em>.\u201d Fu solo grazie all\u2019intervento di tre o quattro bravi insegnanti che fu \u201csalvato dalla scuola\u201d fino a diventare insegnante lui stesso.<\/p>\n

L\u2019elenco dei personaggi illustri alle prese con il \u201cmal di scuola\u201d potrebbe continuare a lungo.<\/p>\n

Ma possiamo guardare anche pi\u00f9 vicino a noi. Conosco un bambino, peraltro pieno di interessi e curiosit\u00e0, che in prima elementare, dopo un impatto non proprio piacevole con la scuola, disse alla\u00a0 mamma \u201cma qualcuno non mi pu\u00f2 sostituire<\/em>?\u201d: segno inequivocabile di un incontro mancato tra il suo daimon e l\u2019ambiente scolastico.<\/p>\n

La maggior parte dei bambini e dei ragazzi, alla fatidica domanda \u201cTi piace andare a scuola?\u201d risponde di no e afferma di annoiarsi. \u201cDetestavo la scuola, non l\u2019imparare\u201d diceva W. Saroyan, affermazione che molti alunni, considerati svogliati, potrebbero sottoscrivere.
\nDel resto la Montessori non \u00e8 certo tenera nei confronti dell\u2019istituzione scolastica di cui parla in termini piuttosto critici, addirittura adducendo ad essa la tanto, gi\u00e0 ai suoi tempi, criticata, \u201cmancanza di carattere nella giovent\u00f9\u201d: \u201c\u00c8 la scuola \u2013 ella dice \u2013 che contorce il corpo, quella che indebolisce l\u2019anima<\/em>\u201d.<\/p>\n

A scuola, secondo la Dottoressa, i bambini sono \u201cobbligati in massa ad un lavoro forzato di molti anni, ove il corpo sar\u00e0 sottoposto alla tortura<\/em>\u201d. Esistono perfino malattie acquisite per il solo fatto di andare a scuola, come la scoliosi e la miopia: la prima legata alla \u201ctroppo prolungata permanenza nella posizione seduta\u201d \u2013 e, oggi, al carico sempre pi\u00f9 spropositato di zaini e cartelle \u2013 la seconda a una insufficiente illuminazione o alla eccessiva lontananza del bambino dalla lavagna.<\/p>\n

Ma si potrebbero aggiungere anche un bel campionario di malattie psicosomatiche come disturbi digestivi, mal di testa, ansia e relativi incubi notturni ed enuresi (ai tempi della Montessori si parlava di \u201canemia, mal di fegato e neurastenie\u201d).<\/p>\n

Le forzature infatti non sono solo fisiche per il bambino: \u201cLa scuola, nella maggior parte dei casi, \u00e8 un luogo spoglio, nudo, ove il colore grigio delle pareti, le tende alle finestre, precludono ai sensi ogni via di sfogo. Lo scopo di questo triste scenario \u00e8 che l\u2019attenzione dello scolaro non sia trattenuta da stimoli e venga condotta a fissarsi sul maestro che parla. I fanciulli, seduti, ascoltano per ore ed ore nell\u2019immobilit\u00e0.\u00a0<\/em>Quando questi fanciulli disegnano devono riprodurre perfettamente un altro disegno. Quando si muovono, \u00e8 interpretando esattamente un comando altrui. La loro personalit\u00e0 \u00e8 apprezzata solo per l\u2019obbedienza passiva; l\u2019educazione della loro volont\u00e0 consiste nella metodica rinuncia al volere<\/em>\u201d. Spesso la scuola impone ai bambini \u201cdelle condizioni che l\u2019adulto non avrebbe la forza di sopportare nemmeno in minima parte \u2026 come per esempio quella di ascoltare immobilmente per tre o quattro ore al giorno, durante anni, un conferenziere pesante e noioso<\/em>!\u201d<\/p>\n

Ed \u00e8 cos\u00ec che ci si \u00e8 messi a studiare il fenomeno del surmenage e della fatica dello scolaro, cercando in modi diversi di combatterla o alleviarla, in una parola di \u201cdiminuire la pena\u201d, per esempio abbreviando gli orari scolastici o riducendo i programmi ma \u201cla conclusione di tante ricerche \u00e8 una crescente moltitudine di problemi insoluti\u201d: da un lato, lo spettro\u00a0 dell\u2019incombente ignoranza, in tempi in cui ci sarebbe bisogno invece \u201cdi una cura intensiva delle nuove generazioni e di una preparazione culturale sempre pi\u00f9 vasta e complessa\u201d e, dall\u2019altro, l\u2019abbandono dei bambini per tempi prolungati che diventa un\u2019emergenza sociale, vista la sempre maggior durata dei tempi lavorativi dei genitori.<\/p>\n

Chiaramente non \u00e8 in queste direzioni che va cercata la soluzione dei problemi che affliggono la scuola di oggi come affliggevano quella di ieri.
\nVedremo tra poco come per capovolgere la situazione e trasformarla completamente siano sufficienti alcuni semplici ma basilari accorgimenti: accordare ai bambini la libert\u00e0 di scelta e accendere in loro la lampadina dell\u2019interesse significa aprire le porte di un mondo incantato che continuer\u00e0 ad affascinarli per il resto della loro esistenza.<\/p>\n

Estratto dal libro Libert\u00e0 e Amore<\/strong> di Elena Balsamo – Pediatra e Scrittrice<\/p>\n

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