{"id":6913,"date":"2016-07-03T18:24:32","date_gmt":"2016-07-03T16:24:32","guid":{"rendered":"https:\/\/www.montessoribs.it\/?p=6913"},"modified":"2016-07-03T18:27:39","modified_gmt":"2016-07-03T16:27:39","slug":"maria-montessori-una-storia-attuale","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.montessoribs.it\/maria-montessori-una-storia-attuale\/","title":{"rendered":"Maria Montessori: una storia attuale"},"content":{"rendered":"

Maria Montessori: una storia attuale<\/strong><\/p>\n

Intervista a Grazia Honegger Fresco in occasione dell\u2019uscita del suo libro intitolato “Maria Montessori, una storia attuale” a cura di Daniele Novara.<\/strong><\/p>\n

Grazia Honegger Fresco \u00e8 montessoriana da sempre e dal mio punto di vista rappresenta oggi in Italia l\u2019erede pi\u00f9 autorevole e autentica del pensiero di Maria Montessori. Autrice di numerosi volumi, fra cui un altro dedicato nel 2000 ai molti temi montessoriani – \u201cMontessori perch\u00e9 no?\u201d (FrancoAngeli) – presenta ora un nuovo lavoro che esce nel centenario della prima Casa dei Bambini nel quartiere San Lorenzo di Roma.<\/p>\n

Grazia, prima di parlare del libro, penso che ai nostri lettori interessi il tuo personale ricordo di Maria Montessori, quando eri ancora molto giovane. <\/strong><\/p>\n

Frequentai uno dei suoi ultimi corsi nazionali a Roma nel 1951, lei svolgeva le lezioni generali, mentre le lezioni pratiche sui materiali venivano presentate da tutte le sue migliori allieve italiane di allora: Flaminia Guidi, Giuliana Sorge, Maria Teresa Marchetti e suo figlio Mario. Certo ero giovane, ma mi ero gi\u00e0 diplomata nella Scuola Assistenti all\u2019Infanzia Montessori, creata insieme alla Dottoressa nel secondo dopoguerra da Adele Costa Gnocchi – una delle sue prime allieve fin dal 1909 – per lo studio del neonato, allora una novit\u00e0 assoluta in Italia. Nel \u201951 aveva gi\u00e0 ottant\u2019anni, ma conservava tutto il suo fascino nel presentare la realt\u00e0 del bambino delle varie et\u00e0 che aveva osservato e studiato innumerevoli volte e in tante parti del mondo; era sobria nel parlare, precisa: non si stancava di portare esempi, paragoni e lo faceva senza mai usare parole di gergo. Il suo linguaggio era semplice, diretto. Non aveva nulla di melenso o di sentimentale, come il recente filmato ha voluto dare a intendere, pur essendo molto attenta alla relazione empatica con il bambino. \u00c8 una lezione che non ho mai dimenticato e che in qualche modo contraddistingue i suoi allievi o almeno quelli che hanno compreso a fondo il significato di parole come rispetto o indipendenza.<\/p>\n

Il libro mi sembra veramente molto importante, anche perch\u00e9 cerca di fare il punto sulla biografia di Maria Montessori, una delle questioni pi\u00f9 controverse, dato che molti documenti sono ancora custoditi nell\u2019archivio storico dell\u2019AMI, (Associazione Montessori Internazionale) ad Amsterdam. Nel libro infatti utilizzi documenti presenti anche nel tuo archivio personale. Qual \u00e8 stata la tua scelta rispetto ad aspetti non chiariti, in particolar modo la nascita del figlio Mario che \u00e8 stata messa in rilievo nell\u2019ultima fiction di Canale 5 dedicata proprio a Maria Montessori? <\/strong><\/p>\n

Io ho cercato di riportare solo cose vere o ipotesi di cui avevo almeno qualche elemento di certezza. Nel filmato la storia \u00e8 diventata una soap-opera: non avendo notizie precise, hanno inventato in modo indecoroso molti aspetti e in particolare la parte relativa alla maternit\u00e0, mettendo in pessima luce Montesano che invece era una brava persona, facendolo apparire come un Maria Montessori: una storia attuale Intervista a Grazia Honegger Fresco in occasione dell\u2019uscita del suo ultimo libro intitolato Maria Montessori, una storia attuale, editrice l\u2019Ancora del Mediterraneo A cura di Daniele Novara Maria Montessori inizio secolo 1910 circa (Archivio Opera Nazionale Montessori) Intervista CONFLITTI 4 pupattolo nelle mani della madre. Non era nemmeno un suo docente! Di storie cos\u00ec se ne trovano a bizzeffe nei romanzi strappacuore di epoca vittoriana e oltre, quelli che piacciono tanto agli spettatori del piccolo schermo, ma non \u00e8 la loro vicenda. Si dimentica che Montesano \u00e8 stato con la Scuola magistrale ortofrenica il continuatore del lavoro che avevano cominciato insieme a San Lorenzo con i bambini in difficolt\u00e0, (nel mio libro c\u2019\u00e8 una bella testimonianza su di lui di Giovanni Bollea che \u00e9 stato suo allievo). Maria Montessori \u00e8 stata una donna molto riservata e del resto figlia del suo tempo non poteva tenere con s\u00e9 il figlio che venne \u201cmesso a balia\u201d, come si diceva allora. Ne segu\u00ec la crescita andandolo a trovare periodicamente, ma senza farsi mai riconoscere come sua madre. Il fatto di averlo preso con s\u00e9 dopo la morte di Renilde, la madre di lei, ma il padre ancora in vita e il legame che si \u00e8 mantenuto negli anni tra Mario e Liberato, suo fratello di latte, indicano eventi ed emozioni molto diverse. Per non parlare di tutto il resto del romanzo TV che mescola il figlio con le vicende fasciste … D\u2019altra parte dal filmato non si capisce come e perch\u00e9 lei sia diventata di colpo cos\u00ec famosa (ancora prima delle Case di S.Lorenzo, si dice nella fiction mentre in realt\u00e0 la fama internazionale venne dopo!) …<\/p>\n

Nonostante il tuo libro insista sulla natura controcorrente dell\u2019opera montessoriana, va detto che Maria Montessori ha indubbiamente, gi\u00e0 nella sua vita, avuto una fortuna straordinaria. Come spieghi questo apparente paradosso? <\/strong><\/p>\n

Non \u00e8 stata una fortuna o, se lo \u00e8 stata, non certo in Italia. Bisogna considerare quale idea si avesse dei bambini cento anni fa, quanto fosse autoritaria e francamente punitiva in famiglia e a scuola la relazione con loro. Lei ha fatto qualcosa di totalmente nuovo: non si \u00e8 messa a insegnare, non ha cercato di ottenere risultati, ha messo vari oggetti non banali a disposizione, li ha lasciati scegliere liberamente e ha osservato che cosa facessero i bambini. Una volta ha chiamato alcuni di quegli oggetti, corrispondenti agli interessi sensoriali dell\u2019et\u00e0, \u201creattivi psichici\u201d; ha scoperto che i bambini sanno trovare ci\u00f2 che corrisponde a loro, hanno una straordinaria mente \u201cassorbente\u201d, prima dei sei anni si appassionano anche ai numeri e alle lettere e giungono alla lettura, alla scrittura, alla comprensione del concetto di quantit\u00e0 senza aver ricevuto in merito alcun addestramento diretto. I bambini sono diversi, si disse. Assorti nei loro interessi e liberi di cambiare attivit\u00e0 secondo i propri ritmi, trasformano positivamente il comportamento: gli aggressivi si acquietano, i passivi si animano senza alcun pungolo: ecco la scoperta che fece il giro del mondo e che venne apprezzata da persone come Bovet o Ferri\u00e8re che nei primi decenni del Novecento cominci\u00f2 a raccogliere tutti i segnali dell\u2019Educazione Nuova. Le Case dei Bambini si moltiplicarono come funghi gi\u00e0 prima del conflitto 1915-18: dall\u2019Australia alla Cina, dall\u2019Europa al Canada, dal Transvaal al Giappone e all\u2019India … Negli Stati Uniti, dopo un primo grande successo, si fermarono intorno al 1918 per le critiche, in gran parte superficiali, di Kilpatrick, ma ripresero alla grande dagli anni Cinquanta, dopo la creazione di alcune scuole straordinarie dai 3 ai 12 anni. Bloccate nei paesi autoritari – Italia, Germania, Spagna, Portogallo, Russia ecc. -si sono diffuse altrove anche come scuole elementari, medie e superiori, ovunque si sia capito il modo semplice di costruire la libert\u00e0 individuale e insieme il senso di collaborazione, riconoscendo ai bambini e ai ragazzi le enormi capacit\u00e0 autoformative insieme alla crescita del loro senso di responsabilit\u00e0 basato sulle norme condivise, sul fatto di vivere piccoli e grandi insieme e di utilizzare in modo pi\u00f9 sano il tempo. Questo comporta l\u2019abolizione totale di banchi costrittivi, di continui giudizi, di premi e castighi, di voti e competizione forsennata soprattutto nei primi dieci anni di vita, quelli che in Italia abbiamo chiamato \u201cdell\u2019obbligo\u201d. Non vedo in tutto questo alcun paradosso; noto per\u00f2 la cecit\u00e0 del nostro modo di far scuola, che suscita in modo fittizio le cosiddette motivazioni e ignora gli interessi autentici dei bambini. In Finlandia non si danno voti ai bambini fino alla terza media: qualcuno l\u2019ha capito senza Montessori. Noi no, perch\u00e9 da secoli siamo una cultura giudicante e punitiva.<\/p>\n

Pensi che la scelta di Maria Montessori, a un certo punto della sua vita, di passare dalla professione medica al lavoro con i bambini, sia stata in qualche modo determinata dalla vicenda della nascita di suo figlio Mario? <\/strong><\/p>\n

Non lo penso affatto, credo invece che abbia sentito sulle proprie spalle un compito nuovo: far capire agli adulti il danno alla specie umana prodotto dalla lotta per reprimere il bambino, con la tortura sistematica di scuole passivizzanti e noiose, l\u2019ingiustizia del sistema carota-bastone che nega la straordinaria capacit\u00e0 autocorrettiva propria dell\u2019essere umano. Del resto lo \u201cspreco d\u2019infanzia\u201d l\u2019aveva constatato e denunciato quando aveva condotto i bambini \u201cfrenastenici\u201d a superare un esame al pari di quelli sani. (\u00c8 uno dei pochi cenni autentici nel filmato tv). Quanto abbia inciso sul suo sentire la lontananza del figlio fino alle soglie dell\u2019adolescenza non \u00e8 dato saperlo e non aggiunge nulla alla sua capacit\u00e0 di osservare prima e seconda infanzia con occhio completamente nuovo, scevro dai pregiudizi tipici del maestro che ad ogni passo giudica, redarguisce, grida e umilia il bambino. Se mai bisognerebbe studiare pi\u00f9 a fondo il contributo da lei dato sia a un Intervista 5 CONFLITTI diverso modo di affrontare le difficolt\u00e0 dello sviluppo psichico, sia alla causa delle donne proprio durante i primi anni di Mario, lontano da lei: impegni che testimoniano coraggio personale, generosit\u00e0 intelligente, senso di indipendenza, fondamentale per se stessa come per i bambini tutti o le altre donne.<\/p>\n

\u00c8 inutile nascondersi che, con molto imbarazzo, gli italiani scoprono andando all\u2019estero la fortuna di questa loro conterranea, anche nei paesi pi\u00f9 lontani – Bangladesh, Pakistan, Corea, Tibet … -. Sembra esserci una sorta di masochismo italiano nel non riconoscere la grandezza di questa figura. A cosa attribuisci questa difficolt\u00e0? <\/strong><\/p>\n

All\u2019abitudine (o assuefazione) a una mentalit\u00e0 autoritaria e paternalistica – di cui \u00e8 intriso il comune modo di pensare – che impedisce la formazione di una mentalit\u00e0 critica, libera: Croce, Gentile e pi\u00f9 ancora Lombardo Radice – che preferiva, al vento nuovo della libert\u00e0 costruita passo passo, la classe come famigliola ordinata in cui tutti fanno le stesse cose e dove \u00e8 sempre la maestra a dire che cosa si deve fare – hanno espresso un idealismo assai modesto che per\u00f2 si \u00e8 ben rinforzato sotto il fascismo. Per\u00f2, nel secondo dopoguerra – anni di grande speranza – \u00e8 stato egualmente mantenuto in vita dal clima politico imperante che ha soffocato ogni possibile cambiamento (anche la scuola attiva o le esperienze di Cooperazione Educativa – vicine per molti aspetti alla Montessori – sono state ignorate, viste con sospetto, messe da parte, accusate di essere \u201crosse\u201d). Poi lei era una donna scomoda, indipendente – un medico che si permetteva di dar lezione ai pedagogisti! – che nessun governo ha potuto piegare a compromessi sulla questione del bambino (Mussolini ci prov\u00f2 inutilmente!). Nel nostro paese il dominio maschile si \u00e8 espresso e si esprime tuttora in innumerevoli forme: dalla politica alla medicina, dalla religione con i vari fondamentalismi non solo orientali all\u2019opposizione pi\u00f9 o meno palese allo studio delle scienze – passando per la burocrazia che blocca ogni possibile serio cambiamento. Oggi che crediamo di aver fatto piazza pulita dei vari autoritarismi, non illudiamoci per\u00f2 di essere diventati per questo …. montessoriani: non avendo parametri chiari siamo caduti nell\u2019eccesso opposto: la totale mancanza di regole, trasformando i bambini in possibili tiranni, in creature insicure e per questo stesso prepotenti, incapaci di dare una bussola alla propria vita.<\/p>\n

Uno dei tanti nodi di discussione sulla Montessori \u00e8 la conservazione del metodo. Da questo punto di vista tu sei sempre stata molto aperta, hai sempre cercato di fare incontrare l\u2019approccio e il metodo Montessori con altri momenti salienti della storia e della vita educativa e pedagogica italiana e non. Che cosa pensi al proposito: ritieni che il metodo vada conservato rigorosamente cos\u00ec come l\u2019ha definito Maria Montessori o credi sia possibile elaborare dei cambiamenti e dei mutamenti rispetto alla specifica natura dei bambini di oggi?<\/strong><\/p>\n

La parola metodo \u00e8 vecchia, stantia; la stessa Montessori negli ultimi anni evitava di usarla per il senso di rigido, di fissato per sempre che essa esprime. Soprattutto negli anni Trenta riuniva di continuo allievi di paesi diversi e discuteva con loro; fino alla fine, soprattutto dopo gli anni trascorsi in India, ha affinato metodologie e materiali, ma quello che nel tempo non \u00e8 cambiato e che sarebbe tanto pi\u00f9 necessario oggi nel clima di confuso abbandono che i bambini subiscono, insieme a un\u2019accelerazione e al passaggio per troppe mani fin dal primo anno di vita, \u00e8 il riconoscimento dei loro bisogni profondi: la continuit\u00e0, la stabilit\u00e0 delle relazioni, il rispetto dei tempi e delle esplorazioni personali, l\u2019agire in prima persona. Ogni aiuto inutile \u00e8 un ostacolo allo sviluppo: questa \u00e8 l\u2019ideaguida centrale nel nostro lavoro, senza compromessi, valida nel XX come nel XXI secolo. Oggi i bambini non usano pi\u00f9 le loro mani, stanno seduti per ore, usando la testa a comando per andare poi in palestra a eseguire movimenti a comando (le chiamiamo attivit\u00e0 sportive). Devono imparare a socializzare, ma li poniamo di continuo uno contro l\u2019altro; devono essere autonomi, ma a sette anni ancora non sanno vestirsi da soli, a dieci non sanno usare le posate. Per Maria Montessori \u201cl\u2019educazione come aiuto alla vita\u201d comincia da queste cose, senza le quali la cultura non progredisce nella persona. Comincia da una buona nascita naturale e dal buon latte materno (come la mettiamo con il 50% di cesarei nell\u2019Italia meridionale e del 30% al nord? E che dire del divezzamento precoce a tre mesi per mettere i bambini al Nido dove inizia la rotazione delle tante mani e degli orari prestabiliti?).Riflessioni su questi aspetti sono frequenti nei suoi libri se vogliamo ascoltarla. In realt\u00e0 la sua \u00e8 una voce scomoda che chiama a responsabilit\u00e0 che non vogliamo assumere, esattamente come in passato. Altri paesi, altri gruppi hanno fatto scelte diverse, constatando ogni volta cambiamenti individuali e interpersonali. No, Montessori non \u00e8 un fossile, \u00e8 portatrice di un\u2019educazione immersa in una pace di rapporti umani, lontanissima e insostenibile per noi che abbiamo fatto della guerra nelle relazioni quotidiane e della incomunicabilit\u00e0 il terreno persistente di vita. Incapaci di autocritica, diciamo che i bambini di oggi sono cambiati e che quindi occorre modernizzare il sistema dei premi e dei castighi. Parola di ministro! Chi avr\u00e0 ragione?<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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