La pedagogia scientifica: il filo che unisce Jean-Marc Gaspard Itard ed Eduard Séguin a Maria Montessori

Articolo di Alberto Zini,  insegnante montessoriano di Scuola Primaria

Maria Montessori, nel ricostruire la propria biografia intellettuale, fa spesso riferimento a due medici francesi: Jean-Marc Gaspard Itard ed Eduard Séguin. Ma chi sono costoro? Cosa ha trovato in loro Montessori di così innovativo al punto da affermare: «Non credo di commettere errore dicendo che la mia esperienza rappresenta il lavoro di tre medici, che da Itard a me mossero i primi passi nella via della psichiatria?»[1]

Jean-Marc Gaspard Itard è vissuto al tempo della Rivoluzione Francese, a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo. Affrontò un percorso di formazione medica, come allievo di Pinel, noto psichiatra. Nel suo operato si rifece alla «filosofia sensista che aveva avuto come padri Condillac ed Helvétius»[2]. Questa filosofia afferma che ogni conoscenza umana viene acquisita attraverso i sensi e dunque, stimolando, allenando e affinando le percezioni sensoriali è possibile produrre ogni tipo di conoscenza. Itard applicò queste idee su alcuni ragazzi accolti in un istituto per sordomuti di Parigi e, scrive Montessori, ebbe il merito di essere stato «il primo che abbia tentato una metodica educazione dell’udito […] riuscendo a rendere udenti i sordastri»[3]. All’età di ventisei anni, nel 1800, accorse l’evento che ancora oggi lo rende noto nell’ambito medico-pedagogico: ottenne dal ministro dell’Interno francese la possibilità di educare Victor, un bambino di 11-12 anni trovato allo stato selvaggio nella foresta di Averyon. Itard promise per Victor un progetto di educazione estendendo a tutti i sensi «quei metodi che già avevano dato per l’udito eccellenti risultati»[4]. Per Montessori, la grandezza di Itard è da vedere nel fatto che derivò dallo studio scientifico una serie di esercizi capaci di modificare la personalità, sanando difetti che tenevano l’individuo in uno stato di inferiorità. […] Questo è assai diverso dallo studio dell’individuo condotto per mezzo di testi di psicologia sperimentale che conducono soltanto a una constatazione della personalità mentale, non la modificano e lasciano immutati i metodi educativi; qui, invece, i mezzi scientifici impiegati divengono anche i mezzi con cui è data un’educazione, cosicché la pedagogia stessa ne è mutata[5].

Eduard Séguin incontrò Itard negli anni trenta dell’‘800 e ne divenne suo allievo. Pur riconoscendo il debito della sua formazione iniziale al suo illustre maestro, ne rielabora il pensiero proponendo un metodo diverso. Egli «distingue radicalmente le nozioni che procedono dai sensi e apprezzano l’identità e le proprietà fisiche delle cose, dalle idee che essendo prodotte dall’intelligenza, rivelano invece i rapporti, le correlazioni reali e possibili tra le cose»[6]. Le nozioni si sviluppano dunque mediante l’esperienza sensoriale, sono operazioni passive o di percezione, mentre le idee sono operazioni attive, di deduzione e precedono il ragionamento. «Questa distinzione è essenziale perché, secondo Séguin, la mente umana non va naturalmente dalle ‘nozioni alle idee, e mentre l’acquisizione delle prime si può imporre quotidianamente a chiunque, non è così per le seconde come si può osservare nei bambini con ritardo mentale»[7]. Quindi, ontologicamente, per Séguin non esiste differenza tra un bambino normale e un bambino con ritardo mentale, per uno come per l’altro è possibile modificarne la situazione mediante un’educazione personalizzata e metodica. Séguin, quindi, dà molta importanza all’osservazione del bambino, per individuarne gli aspetti potenziali ed evolutivi della personalità, raccogliendo informazioni su ogni aspetto della sua vita. Dopodiché, per promuovere l’educazione sensoriale e motoria e gli apprendimenti astratti ritiene indispensabile avvalersi di uno specifico materiale educativo, in gran parte da lui stesso elaborato[8],  ripreso in seguito anche da Montessori. Questo metodo è detto metodo fisiologico che, come dice Montessori, pone a proprio fondamento «lo studio individuale dell’allievo e nel procedimenti educativi l’analisi dei fenomeni fisiologici e psichici»[9]. Séguin, applicando questo suo metodo «non solo studiò centinaia di bambini deficienti, raccolti nel manicomio di Parigi, ma li trasformò in creature umane capaci di lavorare in comunità e di assimilare una educazione mentale e artistica»[10].

Ecco dunque qual è il trait d’union che unisce Itard a Séguin e infine a Montessori: la volontà di modificare, mediante l’atto educativo, i soggetti cui è rivolta l’educazione. Montessori quindi si allontana dalla psicologia sperimentale in auge sul finire del XIX secolo, in quanto con i suoi studi e contributi si fermava alla sola raccolta di dati sui bambini, senza però riflettere su come migliorare i processi educativi al fine di renderli capaci di cambiamento. Montessori considera Itard e Séguin i soli «legittimi fondatori di una pedagogia scientifica in senso moderno, di cui lei si sente continuatrice, perché per primi non si limitarono ad elaborare strumenti e tecniche di osservazione, ma si preoccuparono – attraverso le tecniche e le osservazioni – di modificare la personalità dei soggetti coi quali essi erano entrati in rapporto»[11].

 

[1] M. Montessori, La scoperta del bambino, Garzanti, Milano, 1950., p. 39.

[2] P. Sandri, L’educazione degli “ineducabili”: i contributi di Jean Itard, Eduard Séguin e Maria Montessori, in “Metis”, anno IV, n.2, 2014, pp. 67-77.

[3] M. Montessori, op. cit., p. 24.

[4] Ibidem.

[5] Cfr. Ibi, p. 25.

[6] P. Sandri, op. cit.

[7] Ibidem.

[8] Cfr. Ibidem.

[9] M. Montessori, op. cit., p. 32.

[10] Ibi, p. 33.

[11] R. Tassi, Itinerari pedagogici del Novecento, Zanichelli, Bologna, 1991, p. 106.

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