Nonostante tutto…

di Stefania Bogoni, insegnante montessoriana di scuola primaria

 

Settembre è passato; è tempo di bilanci, tempo di capire come sia questa nuova scuola fatta di bollini, di “distanze buccali”, di disinfettanti e mascherine.

Quant’apprensione prima dell’inizio! Quanti dubbi, quanti “piani B”, pensati e analizzati con attenzione.

Riunioni con i genitori con protocolli alla mano letti e riletti, imparati quasi a memoria.

Poco importa che qualche ora dopo avrebbero potuto anche cambiare, ma che in quel momento rappresentavano la retta via da seguire.

…poi sono arrivati loro.

Dopo mesi di lontananza, di isolamento, di notizie di un mondo che fa paura.

Loro con mascherine, a volte troppo larghe e talmente grandi da coprire quasi gli occhi.

Loro con l’emozione che gli illumina il volto e non serve vedere la bocca; si capisce che sotto la mascherina sorridono.

Loro che hanno solo voglia di riprendersi in mano la vita, riscoprire gli amici, riassaggiare la pizza della scuola sussurrando al compagno: “Mmmmmh che buona, quanto mi è mancata!

Loro così attenti alle nuove regole sia nel rispettarle che nel farle rispettare: “la mascherina Giovanni, hai fuori il naso, deve stare più su; vedi la mia?”.

Non li guida la paura dell’altro, ma l’attenzione e la cura.

Perché la Covid-19 alcuni l’hanno vissuta…È entrata nelle case di molti, con forza e prepotenza, isolando, allontanando nonni da nipoti, genitori da figli.

Disinfettare o lavarsi le mani prima di prendere un lavoro, igienizzare un materiale utilizzato prima di riporlo… resistere alla tentazione di non prestare la matita al compagno, tante piccole attenzioni che rendono possibile far scuola, nonostante tutto.

E poi ci sono “gli altri”, gli insegnanti, che mai come quest’ anno hanno dovuto mettere in pratica l’arte montessoriana di pensare e ripensare, di cambiare gli spazi…di adattare l’ambiente.

Mai come in questi mesi si sono sentiti messi in discussione, in primis da loro stessi, attanagliati da mille dubbi e preoccupazioni, perché la responsabilità è tanta.

Cambio d’aria costante, mascherine, distanza, ma tutto questo è possibile garantirlo anche senza confinare i bambini per ore ad un tavolo.

Certo, richiede un grande lavoro da parte degli adulti; un’attenzione continua ai dettagli.

Oggi, più che mai, l’essere regista, l’essere presente, ma con la capacità di ritirarsi sulla soglia, sono diventate qualità essenziali.

Ma la Montessori ci aveva avvisati: “il compito della maestra non è facile e richiede  molto amore”

E la voglia di tornare, di ritoccare quei materiali chiusi per mesi in scatoloni, di rivedere la sorpresa negli occhi dei bambini durante una presentazione, è stata ossigeno puro, carica per ripartire e per continuare…

Torneranno gli abbracci, gli incarichi del cameriere e del dispensiere; tornerà la leggerezza di mettersi una matita in bocca mentre si pensa alla soluzione di un problema o ad una bella storia da scrivere.

Viviamo! godiamo del presente; impariamo dai bambini la resilienza…nonostante tutto…

 

L’angoscia dell’uomo nasce dal fatto che vuole scegliere solo ciò che gli sembra bello e luminoso:

vuole solo l’arcobaleno,

non le nuvole nere cariche di pioggia;

ma non sa che l’arcobaleno non potrebbe esistere senza quelle nuovo oscure,

che sono lo sfondo indispensabile affinché l’arcobaleno compaia

-Osho-

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