Pronto soccorso per i genitori dei bambini di scuola dell’infanzia ai tempi del coronavirus.

In questo periodo così difficile e complesso per l’intera Nazione, il pensiero va ai genitori che, tra le tante difficoltà legate alla famiglia, alla salute e al lavoro, devono riuscire a gestire il tempo con i loro bambini.

Le preoccupazioni maggiori investono i bambini e i ragazzi che frequentano la scuola dell’obbligo, per ovvie ragioni, ma, come spesso accade, ci si dimentica spesso dei più piccoli.

Come genitori cosa si può fare? Quali attività proporre e come renderle coinvolgenti per i propri figli?

La scuola dell’infanzia è la scuola del “fare” perciò, a sostegno di tutti questi genitori, possiamo proporre delle idee che non vogliono essere semplici consigli, ma utili sollecitazioni e suggerimenti per riscoprire il piacere di stare insieme.

La difficile situazione che stiamo vivendo ci costringe a cambiare tante cose. Questo non vuol dire stravolgere tutto, ma ritrovare tempi e ritmi, forse dimenticati, partendo dalla quotidianità.

I bambini ci vengono in aiuto per farci capire che è il momento di cambiare, di dedicarci di più a loro, ascoltandoli, imparando ad osservarli mentre giocano e/o fanno esperienze.

Quando si parla di attività per bambini, nei primi sei anni di vita, il pensiero va immediatamente al gioco.

Ricordiamo che il gioco non è perdita di tempo, ma è l’attività principale di tutti i bambini del mondo, sollecita l’immaginazione ed è occasione di felicità, ma, soprattutto, è strumento di crescita e di  preparazione alla vita. Perciò lasciamo giocare i bambini il più possibile.

Le attività di bricolage rappresentano una grande possibilità per allenare le mani a ritagliare, incollare, costruire, inventare soddisfacendo il bisogno di creatività e sollecitando la soluzione di problemi.

Sarebbe interessante fare brevi passeggiate, laddove sia possibile, con tutte le protezioni del caso, alla scoperta della natura che, in questo periodo dell’anno, ci sorprende con fioriture, colori, e paesaggi che si trasformano. Ricordiamo che il contatto con la natura e il movimento all’aria aperta riducono lo stress e favoriscono le attività cerebrali. Perciò questo è il momento buono per staccare i bambini da video giochi, dal tablet o dallo smartphone per uscire fuori, naturalmente sempre con le dovute cautele imposte dalla complessa situazione attuale.

Chi ha la fortuna di avere un orto o un giardino, anche se piccoli, potrà far fare ai bambini esperienze straordinarie legate alla cura e alla coltivazione delle piante. Anche un balcone può essere l’occasione per fare piccole semine. Da qui scaturisce l’amore per la natura e nascono domande e “perché” che alimentano sempre più la curiosità.

Altre interessanti esperienze, che si possono fare insieme, sono le attività di cucina che portano ad apprezzare l’uso delle mani, il tempo dell’attesa. Si impara a portare pazienza, a riappropriarsi delle buone abitudini, come lavarsi bene le mani, così importanti in questi giorni. Attraverso i sensi si impara a conoscere e ad apprezzare gusti, profumi, odori, colori, sensazioni legate alla manipolazione del cibo e delle materie prime.

Sporcare e sporcarsi è necessario, ma poi tutto deve tornare in ordine e pulito.

Questo ci porta anche ad altre attività legate alla routine quotidiana: mettere in ordine la propria cameretta e i giocattoli, ripiegare i vestiti, rifare il letto, aiutare a spolverare, scopare per terra, lavare le stoviglie della colazione, apparecchiare e sparecchiare, aiutare a stendere i panni…tutte attività di “vita pratica” che aiutano il bambino a condividere e a collaborare, che creano un senso di appartenenza e che portano ad essere consapevoli che ognuno è utile al buon andamento della vita famigliare.

Stare insieme ai nostri bambini significa anche trovare il tempo per leggere insieme e per fantasticare, per ascoltare buona musica, per cantare e per recitare divertendosi, per ideare e fare qualche show “esclusivo”, solo per pochi intimi.

Favorendo queste attività, all’apparenza semplici e banali, facciamo gustare ai bambini il piacere di fare con la voglia di lavorare insieme, attraverso la collaborazione e la condivisione. Così facendo si promuove l’autonomia. Di conseguenza l’autostima cresce e si rinforza; il bambino scopre le proprie risorse e vede valorizzate le proprie competenze imparando ad accettare anche i propri limiti.

Il tutto passa attraverso un’attenzione e a una cura particolare delle cose, della persona, dell’ambiente e di tutto ciò che vi entra in relazione, piante e animali. Educare alla cura significa educare alla vita.

Non preoccupiamoci per i bambini più grandi e di come potranno affrontare il passaggio alla scuola primaria; quest’anno, a settembre, bisognerà cominciare da altro, l’inizio della scuola non avverrà come in passato. Diamo loro fiducia: ce la faranno, ognuno a modo suo.

Restituiamo il tempo ai nostri bambini cercando di comprendere l’importanza dei loro ritmi, delle loro pazienti ripetizioni. Prendiamo tempo, respiriamo lentamente il profumo degli attimi vissuti, in questo periodo così complesso e difficile. Impariamo a soffermarci e a godere della vita, di ciò che ci circonda. Questo ora è importante.

“La massima parte di ciò che veramente mi serve sapere su come vivere, cosa fare e in che modo comportarmi l’ ho imparata all’asilo. La saggezza non si trova al vertice della montagna degli studi superiori, bensì nei castelli di sabbia del giardino dell’infanzia. Queste sono le cose che ho appreso:
Dividere tutto con gli altri.
Giocare correttamente.
Non fare male alla gente.
Rimettere le cose al posto.
Sistemare il disordine.
Non prendere ciò che non è mio.
Dire che mi dispiace quando faccio del male a qualcuno.
Lavarmi le mani prima di mangiare.
I biscotti caldi e il latte freddo fanno bene.
Condurre una vita equilibrata: imparare qualcosa, pensare un po’ e disegnare, dipingere, cantare, ballare, suonare e lavorare un tanto al giorno.
Fare un riposino ogni pomeriggio.
Nel mondo, badare al traffico, tenere per mano e stare vicino agli altri.
Essere consapevole del meraviglioso.
Ricordare il seme nel vaso: le radici scendono, la pianta sale e nessuno sa veramente come e perché, ma tutti noi siamo così. I pesci rossi, i criceti, i topolini bianchi e persino il seme nel suo recipiente: tutti muoiono e noi pure.
Non dimenticare, infine, la prima parola che ho imparato, la più importante di tutte:GUARDARE.
Tutto quello che mi serve sapere sta lì, da qualche parte: le regole Auree, l’amore, l’igiene alimentare, l’ecologia, la politica e il vivere assennatamente.
Basta scegliere uno qualsiasi tra questi precetti, elaborarlo in termini adulti e sofisticati e applicarlo alla famiglia, al lavoro, al governo, o al mondo in generale, e si dimostrerà vero, chiaro e incrollabile.
Pensate a come il mondo sarebbe migliore se noi tutti , l’intera umanità prendessimo latte e biscotti ogni pomeriggio alle tre e ci mettessimo poi sotto le coperte per un pisolino, o se tutti i governi si attenessero al principio basilare di rimettere ogni cosa dove l’ hanno trovata e di ripulire il proprio disordine.
Rimane sempre vero, a qualsiasi età, che quando si esce nel mondo è meglio tenersi per mano e rimanere uniti.”

Articolo di Patrizia Enzi – Psicopedagogista e Formatrice dell’Opera Nazionale Montessori

 

  1. Fulghum, Tutto quello che mi serve sapere l’ho imparato all’asilo, Sperling-Kupfer, Cuneo 1990, p. 6

Recent Posts