Arte, musica e teatro dalla Casa dei Bambini alla Scuola Elementare Montessori

L’arte figurativa e quella musicale sono linguaggi e mezzi espressivi che la specie umana fin dalle origini ha sentito come altro “bisogno vitale”. Dopo aver soddisfatto le esigenze di pura sopravvivenza ogni gruppo ne ha elaborato forme proprie secondo uno stile inconfondibile. Altre esigenze sono emerse: testimoniare, capire, celebrare, esprimere emozioni individuali e collettive. Per capire il proprio posto nel mondo e nelle società evolute ha prevalso la mentalità produttiva, finendo per considerare secondarie, superflue le attività teatrali o musicali, le arti grafiche o la poesia.
Non è un caso infatti che nella scuola tradizionale, dominata dalla prevalenza del “leggere, scrivere e far di conto”, queste siano le cenerentole dell’apprendimento.
(Curioso questo: si è spesso rimproverato alla Montessori di non lasciar spazio alla fantasia e tanto meno alle espressioni artistiche, il disegno libero in particolare. Sono critiche antiche, basate su una scarsa conoscenza di quanto avviene realmente).
Nella Scuola Elementare Montessori, poiché si vuole rispondere alla vasta gamma di interessi e di capacità dei ragazzi, tali esperienze sono riconosciute come essenziali per la formazione globale dell’individuo e radicate nei primi sei anni di vita. È, infatti, nel primo piano dello sviluppo che vengono alimentate tutte le sensibilità (alla natura, alla musica, alle immagini, al tracciare segni,
all’agire in modo indipendente, al rispetto delle regole e così via) ed è nella Casa dei Bambini che si mettono le basi di tutte le esperienze.
Quanto più un bambino è piccolo, tanto meno si conosce il misterioso progetto di vita che c’è in lui, tanto più lo si deve rispettare. Quindi l’impegno è di rispondere con la stessa attenzione a chi vuole lavare il tavolo e a chi vuole suonare i campanelli, a chi lucida, intreccia o appaia immagini, come a chi disegna o usa un materiale sensoriale.
Tutte le attività sono egualmente importanti: ciascuna di esse apre un percorso di esperienze. Quelle meno interessanti per il singolo vengono via via trascurate da lui stesso; altre invece scelte più di frequente. Poi, spesso, la situazione si capovolge: nuovi interessi affiorano e il bambino che per mesi non ha voluto partecipare alle attività di musica o alla cura degli animali della classe, di
colpo cambia. Alcune resistenze cadono, nuovi interessi emergono.
Quando supera la soglia dei sei anni ed entra nel secondo piano, ha al suo attivo un ventaglio di abilità che è pronto ad approfondire con maggiore consapevolezza.
Tale modo di proporre e di agire consente ai bambini di non costruirsi pregiudizi a priori verso questa o quell’area di esperienze e di sentirsi, a livello di scuola elementare, sicuri nel fare, nello scegliere, nell’assumersi responsabilità da solo o con altri. Le loro mani sono già molto abili e il fare si sposta su un altro livello.
Ad esempio le attività di vita pratica che dai due ai quattro anni sono soprattutto di tipo “riparativo” – la cura dell’ambiente e della persona per riparare alle conseguenze dell’uso (riordinare, pulire, lucidare, spazzare, lavare, ecc.), in corrispondenza agli interessi dell’età, diventano – già a cinque anni fin verso gli otto – il piacere di condurre esperimenti scientifici oppure di costruire, a partire da elementi semplici: ritagliare e incollare; tessere lana, cotone; lavorare il legno; intrecciare corde, perle; e poi cucire, ricamare; incidere legno; lavorare il rame la creta o … Si ripercorre così, anche senza saperlo, il passato “artigianale” dell’umanità, ancora così importante presso molte culture. Sono attività che in seguito diventano mezzi per ricerche grafiche o manufatti significativi sul piano espressivo.
Le attività con i colori a dita proponibili a due anni, accanto a grossi pastelli a cera, proseguono, a tre, quattro anni, con l’uso di matite colorate nella bella arte degli incastri, così come acquerelli e tempere, poco più tardi, diventano già pittura più elaborata, ricca di fantasia o documentazione accurata di elementi della realtà.
Nella scuola elementare il bambino arriva da sé per gradi – se i suoi prodotti  non sono sottoposti a valutazioni, a commenti o a confronti – alla scoperta degli effetti di luce e della prospettiva. Scopre il gusto della decorazione e il piacere di disegnare gli eventi del quotidiano per arrivare perfino ai primi rudimenti della fotografia, con sviluppo e stampa compresi.
Le attività di manipolazione con la creta o con la pasta salata dei bambini piccoli sfociano più tardi nell’arte vasaia, nella ceramica, nella pittura su ceramica e anche nella raffigurazione tridimensionale con la cera o con la creta (tutto dipende ovviamente dagli spazi e dalle competenze di cui la scuola è fornita, come pure dalla continuità tra Casa dei Bambini e classi elementari).
Nel corso delle loro ricerche, legate all’intero progetto cosmico, i bambini elaborano sempre in modo molto personale la trascrizione di documenti tramite accurata calligrafia a colori. I resoconti sono di solito arricchiti di disegni, grafici, collage molto personali, che rivelano il piacere di decorare e di raffigurare e questo in ogni lavoro (compresi quelli di aritmetica e di geometria), sempre
che tale gusto sia valorizzato a sufficienza all’interno della scuola. Oggi, nelle ultime classi, molto viene “scritto” anche al computer, piuttosto che a mano, con il vantaggio di imparare a perfezionare un testo scritto e a correggerlo con maggiore precisione, ma anche in questi casi il prodotto finale difficilmente manca di un tocco illustrativo più personale.
Quanto alla musica, sperimentata nei primi anni con filastrocche parlate, brevi melodie cantate e il movimento su musica, con la scoperta dell’alfabeto musicale tramite i campanelli e gli strumenti a piccola percussione, entra alla grande nel secondo piano dello sviluppo con l’ascolto attivo, l’uso di strumenti come il flauto dolce o il piano, il piacere di cantare all’unisono o a più voci, di
organizzare piccole orchestre, di fissare, attraverso apposite strisce del tempo, la storia degli strumenti, dei musicisti, dei tipi musicali.
Nella seconda infanzia i bambini cominciano a manifestare con maggiore chiarezza i loro percorsi personali e le preferenze: anziché rinchiuderli anzitempo negli schemi delle attività verbali e logico-matematiche, occorre dar loro la possibilità di spaziare tra varie opportunità, come già era avvenuto a un livello più semplice, nella prima infanzia. Quindi accanto alle esperienze nel campo
dell’arte figurativa e musicale, assumono via via rilievo la musica d’insieme, la danza, il teatro comico o drammatico, la gestualità, il gusto di farsi costumi, tutte attività assai significative anche nel corso dell’adolescenza.
Quando i bambini esaminano, prima di affrontare la storia umana, quella bella proposta di indagine che sono I bisogni della specie umana, scoprono l’importanza che nel corso delle civiltà, dalle origini a oggi, hanno avuto le arti ed è quindi facile per loro immettersi sullo stesso cammino, apprezzare il compagno che sa raccontare una storia o quello che sa muovere i burattini divertendo
o appassionando i compagni.
La vera formazione non è mai univoca e una scuola basata sulla cooperazione tra i bambini e tra bambini e adulti ne è la migliore dimostrazione.

Brano tratto dal testo “Montessori: perchè no?” di Grazia Honegger Fresco, Il Leone Verde, Collana Appunti Montessori

 

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