Lo sviluppo del linguaggio nel bambino piccolo: il ruolo della comunità e dell’esperienza del reale.

Il linguaggio è lo strumento che noi abbiamo a disposizione per comprendere il mondo, per esprimere questa nostra comprensione e, al contempo, per conoscere ed esprimere noi stessi.

Il bambino possiede una grande sensibilità per il linguaggio. Nei suoi primi anni di vita costruisce gradualmente le basi della propria capacità linguistica che gli permette di comunicare con se stesso e con gli altri.

Egli impara a parlare ascoltando il linguaggio del suo ambiente quotidiano, per mezzo di un’intelligenza aperta al mondo circostante e capace di appropriarsene in modo spontaneo e naturale.

Attraverso la partecipazione personale al contesto di vita nel quale si trova, il bambino sviluppa gradualmente la competenza verbale che possiede dalla nascita, ma che necessita di uno sforzo personale per attuarsi.

In tal senso, è possibile affermare che l’apprendimento del linguaggio non coincide con un’attività solitaria, ma è piuttosto la conseguenza di un intreccio di relazioni che avvengono all’interno dell’ambiente attraverso l’uso della parola e che si caratterizzano per mezzo di infiniti possibili stili comunicativi.

L’apprendimento del linguaggio possiede quindi una forte dimensione comunitaria.

All’interno di questa comunità, il bambino esercita la sua competenza attraverso un atto che è al contempo unico ed irripetibile.

Potenzialmente, il linguaggio è declinabile da ogni individuo in modo diverso ed originale rispetto a quello utilizzato da tutti gli altri individui. Questo è possibile poiché esso ha origine nel bambino stesso ed accade attraverso un cammino del tutto personale.

Il tono di voce, il contenuto emozionale che accompagnano una frase, il modo con cui le parole vengono associate per esprimere un’idea partono dai vissuti particolari della persona e rendono la parola di ognuno profondamente diversa da quella dell’intera comunità dialogante.

Il bambino apprende quindi il linguaggio ascoltando gli altri parlare e interagendo con loro.

A questa dimensione comunitaria e di dialogo, se ne aggiunge un’altra che riguarda l’esperienza che il bambino fa del mondo.

La costruzione delle prime frasi non è un fatto puramente meccanico, ma il risultato di un intenso esercizio da parte del bambino rispetto non solo all’emissione dei suoni e alla composizione delle parole, ma anche rispetto all’apprendimento del significato stesso di queste parole.

La significatività del linguaggio poggia sull’esperienza che il bambino fa dell’ambiente.

Una parola può avere senso per il bambino piccolo se egli ha potuto sperimentare direttamente l’oggetto a cui questa parola si riferisce.

L’apprendimento di un linguaggio significativo è quindi accompagnato dalla continua esperienza di quella realtà descritta dal linguaggio stesso.

Questo stretto legame che unisce linguaggio ed esperienza appartiene al bambino nei suoi primi anni di vita, il quale, successivamente, per mezzo di un pensiero sempre più evoluto, riesce ad allontanarsi gradualmente dalla realtà immediata e ad accedere ad un linguaggio più astratto.

 

Alla luce di quanto condiviso, è possibile individuare alcuni aspetti che vale la pena promuovere al fine di favorire nel bambino lo sviluppo del linguaggio.

La dimensione comunitaria, come contesto originario in cui il bambino si trova e interagendo col quale apprende la lingua materna, richiama all’opportunità di coinvolgerlo il più possibile all’interno di questo dialogo tra individui, con il proprio pensiero e la propria modalità.

E’ da questo primo contatto con la comunità che il bambino accoglie la parola nella sua funzione di “porsi in relazione” con l’altro.

Questo, senza imporre al bambino uno stile o una modalità che non gli appartengono, ma lasciandogli aperto quello spazio personale, che è solo suo, che egli esercita in modo spontaneo e senza il quale non riuscirebbe ad esprimere autenticamente i propri pensieri ed i propri vissuti.

Attraverso i suoi sforzi personali e successivi aggiustamenti nel correggersi, il bambino compie un cammino che appartiene solo a lui e che deve essere rispettato nella novità che sempre presenta proprio perché parte dal bambino stesso.

Infine, il ruolo dello sperimentare la realtà nello sviluppo del linguaggio pone in evidenza l’importanza del promuovere la possibilità di fare esperienze varie e ricche, che offrano al bambino l’opportunità di ampliare ed estendere la propria conoscenza del mondo.

Questo apre il bambino non solo alla capacità di descrivere la realtà con proprietà e precisione, ma favorisce anche lo sviluppo dell’apparato concettuale che accompagna l’esperienza e che permette al bambino di addentrarsi con sempre maggiore chiarezza nella comprensione del mondo, alla ricerca di nuovi quesiti e di risposte. Verso una crescente conquista della propria umanità.

 

Isabella Micheletti – Scrittrice e Formatrice Opera Nazionale Montessori

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