Scritti inediti di Maria Montessori. “Aiutare il bambino a svolgere la vita che è in lui…”

“Aiutare il bambino a svolgere la vita che è in lui…”

 

Se dunque prendiamo come mira di “aiutare” il bambino a svolgere la vita che è in lui, dobbiamo preparargli un ambiente favorevole.
La scuola così intesa non è più soltanto un luogo dove s’incontrano degli insegnamenti e dove s’impara qualche cosa, ma diventa molto più di questo.
È un luogo di salute, creato a proteggere i bambini nel periodo delicato; e difficile della crescenza. Invece della preoccupazione di condurre il bambino ad adattarsi a quel luogo ove è necessario istruirsi, c’è il problema scientifico di trovare l’ambiente adatto ai bisogni imperiosi e assoluti della vita, cioè alle sue leggi immutabili.
L’istruzione non è più che un dettaglio dell’insieme: tutte le manifestazioni della vita devono essere considerate e l’ambiente deve corrispondere, a tutte. La scuola diventa allora “il mondo” creato per le nuove generazioni, al fine di aiutarle e fortificarle.
L’istruzione non deve esulare da un tale ambiente, perché l’uomo non vive di solo pane e l’istruzione è necessario alimento a quanto l’uomo ha di più caratteristico:
l’intelligenza. E così la cultura entra nella scuola quasi come la refezione igienica; cioè come una risposta a bisogni e a necessità dell’intelligenza del bambino, non come “la finalità” della scuola e lo scopo da raggiungere a ogni costo, anche a costo della salute, dell’impoverimento della vita vegetativa, nervosa e del carattere.
In tal modo intesa si comprende come la scuola sia un luogo fortificante, una “Casa di salute” e interesse del bambino è quello di andare a scuola il più presto possibile; anche prima, anzi, prima che l’intelligenza si sia svolta abbastanza per “imparare” nel senso comunemente inteso. Per questo il piccolo bambino di due anni e mezzo o tre di età, entrando in simili scuole, vi trova quelle cure fisiche e morali che lo aiutano a ben crescere, ma che non devono limitarsi solo alla prima infanzia; lo stesso criterio deve continuare a condurre il bambino su su, seguendolo in tutta l’epoca delicata in cui l’uomo si trova in periodi formativi.
Le “Case dei Bambini” sono ciò che dice il titolo: la “casa”, il luogo dove si vive, dove la pace, la felicità ci fanno migliori: dove sappiamo:., d’incontrare un’oasi “che ci siamo formata” e dove siamo “padroni”, tra “padroni” dove fu creata un’armonia benefica tra noi e l’ambiente. La “casa” è di tutti quelli che l’abitano e ognuno vi trova tutto quanto è necessario a dare forza e riposo. Ogni
membro della famiglia dice “casa mia” e tutti ci vivono insieme.

 

Testo senza data, ma risalente agli anni ’10, scritto a matita su due fogli protocollo a righe, tre facciate con varie cancellature; conservato all’interno di un gruppo di lettere raccolte in un pacchetto e datate anni venti, è probabilmente anch’esso della stessa epoca. Trascrizione integrale. Le sottolineature sono nel testo.

Tratto dal libro “Montessori: perchè no?” a cura di Grazia Honegger Fresco – Leone Verde editore, Collana Appunti Montessori

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